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CURIOSITA'


Notizie, curiosità e leggende sul Vin Santo del Chianti D.O.C.
 
  
 
Il grande sviluppo della viticoltura nel territorio toscano avvenne intorno alla metà del XV secolo grazie all’avvento della famiglia de' Medici.
 
 
In quel periodo, infatti, Lorenzo de' Medici decanta, tra il serio e il faceto, nel suo “Simposio” e nella “Canzone di Bacco” le qualità del vino, inteso come essenza di arguzia e spensieratezza.
 
 
Fu dunque per la famiglia Medici, già mercanti e banchieri,  un bene prezioso :  dono, merce, bevanda e simbolo. Non a caso, durante la ristrutturazione del duecentesco Palazzo Vecchio in onore dell’importante Famiglia, le colonne  vennero adornate di pampini, tralci di vite e grappoli d' uva.
 
 
Il Vin Santo del Chianti, nelle varie tipologie, è uno dei più noti vini da meditazione ottenuti da uve appassite. In Toscana il Vin Santo appartiene alla memoria collettiva, capace com’è di evocare una civiltà contadina ormai scomparsa, caratterizzata dalla figura del mezzadro e dalla famiglia colonica.
 
 
Le prime tracce risalgono agli albori del cristianesimo, quando,  si presume,  questo vino era considerato particolarmente adatto al rito della Santa Messa.
 
Una leggenda senese racconta che nel 1348, anno in cui si diffuse la peste, un frate domenicano distribuiva vino agli ammalati per portare loro un po’ di sollievo. Da ciò, la
 
convinzione che si trattasse di un vino miracoloso e pertanto “Santo”.
 
 
Un’altra interpretazione riconduce la nascita del nome attribuito al Vin Santo al 1439, data del Concilio ecumenico indetto a Firenze da Papa Eugenio IV per riunire la Chiesa                d' Oriente a quella d’Occidente, separatesi dopo lo scisma . In un convivio, organizzato dai Medici in occasione del Concilio, fu servito un vino passito che, al cardinal Bessarione, arcivescovo di Nicea, fece esclamare: “ma questo é Xanthos”, per la somiglianza che aveva con il vino prodotto nell’isola di Xanthos.
 
 
Altri fanno risalire l’etimologia della parola al ciclo produttivo del Vin Santo legato ai
 
periodi delle festività religiose più importanti del calendario liturgico cristiano.
 
 
Negli anni a noi più vicini, il Vin Santo del Chianti ha ottenuto il riconoscimento della denominazione di origine controllata, con approvazione del relativo disciplinare di produzione.
 
 
 
Da sottolineare come la D.O.C. Vin Santo del Chianti per effetto dei processi produttivi adottati, evidenzi l’interazione dei fattori umani con la terra e il clima. Basti pensare alle varie tipologie di Vin Santo del Chianti ove per tradizione si procede ad un’accurata cernita delle uve , sottoposte poi al processo di appassimento su stuoie di canne.
 
Le stuoie, chiamate tradizionalmente "cannicci", vengono  collocate nelle soffitte dei casali e delle fattorie, in locali ventilati, per concentrarne ed esaltarne i contenuti, ottenendo così un mosto da far fermentare in appositi contenitori di legno detti caratelli.
 
Anche in passato i caratelli erano di norma  collocati nei sottotetti o nelle soffitte, dove, grazie alle forti escursioni termiche stagionali, il vino sottoposto negli anni a fermentazioni parziali e ripetute, raggiungeva le sue particolari caratteristiche.
 
 
Potremmo concludere che il Vin Santo è un vino da meditazione che appartiene alla storia.
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